Un flusso di immigrati mai visto prima. Ogni giorno centinaia e centinaia di arrivi sulle coste italiane stanno mettendo in ginocchio gli operatori impegnati nell’accoglienza. Lampedusa, il territorio italiano più vicino al Nord Africa, è sotto assedio da settimane. Il centro di questa piccola e adorabile isola è invaso da – per la maggior parte – giovani corpulenti africani, giunti in Europa tramite le porte italiane, che solitamente presto chiedono di abbandonare, in direzione Germania, Francia e il resto del Nord europa.
Che non sia unicamente un problema italiano, direi, è chiaro a tutto. È altrettanto comprensibile che i paesi sofferenti dell’immigrazione secondaria, ossia quella di arrivo, non quindi di transito come per il nostro paese, siano in prima linea per interrompere la redistribuzione degli immigrati. È più che comprensibile che paesi come Ungheria e Polonia non accettino “felici e contenti” la redistribuzione degli immigrati. Vedono come sono diventate le strade italiane e giustamente vogliono evitare che l’integrazione fallisca come è fallita da noi. E l’integrazione fallisce quando il numero degli arrivi è troppo alto rispetto alla capacità dei paesi europei di accogliere queste persone. In realtà non solo i paesi di Visegrad frenano la redistribuzione degli immigrati, ma anche la stessa Francia – che al confine italo-francese di Ventimiglia ha schierato le forze antiterrorismo per frenare il passaggio degli immigrati, spesso picchiati e bastonati dalle forze francesi – oppure la tanto progressista e liberal Germania, che ha posto i controlli alle frontiere con la Repubblica Ceca (alla faccia del Trattato di Schengen), non vogliono aiutare l’Italia ad affrontare una delle principali sfide che l’Europa è chiamata a combattere.
Il numero di migranti arrivati quest’anno in Italia non ha precedenti: parliamo di oltre cento mila arrivi! È il sito del Ministero dell’Interno che ci indica questi dati. Meglio non fare paragoni col passato… la situazione è più che peggiorata. Già ad agosto il numero degli arrivi era il doppio di quanti erano arrivati durante l’intero 2022. Il maggior numero di migranti è arrivato dalla Guinea, seguita dalla Costa d’Avorio, poi Egitto e Tunisia. Quest’ultima rappresenta una delle principali terre da cui partono i barconi diretti verso le nostre coste. Non è un caso che il nostro Premier, Giorgia Meloni, stia lavorando proprio sulla Tunisia, di concerto con le istituzioni europee, affinché il paese guidato da Kais Saied possa supportare l’Italia nell’arginare l’immigrazione.
La Von der Leyen, insieme a Meloni e il premier olandese Rutte, si è recata direttamente a Tunisi per firmare un partenariato strategico, che comprende diversi ambiti, tra cui chiaramente anche l’immigrazione. Sono cinque i principali punti dell’accordo. Innanzitutto, l’Unione Europea si impegna a supportare economicamente e finanziariamente la Tunisia, che rischia il default. Poi, tra gli obiettivi vi è anche il rafforzamento dei rapporti commerciali ed economici tra Tunisi e i paesi europei. Tale cooperazione passa, però, anche necessariamente per il supporto fornito dall’Europa al mondo professionale e educativo tunisino – nell’idea di formare persone che possono così rimanere in Tunisia e contribuire allo sviluppo del proprio paese. Infine, i due ultimi ambiti, forse i più importanti, di questo neonato partenariato riguardano il campo energetico e quello dell’immigrazione clandestina.
Dovremmo tutti applaudire tanto l’Unione Europea, che finalmente si è mossa unitariamente in politica estera, quanto l’Italia per aver aperto canali diplomatici importanti e concreti con Tunisi, conducendola sulla strada del dialogo. Ma, come sempre, non sono mancati i critici di questo accordo. Addirittura, dall’interno dell’Unione Europea sono arrivate diverse critiche. Ad esempio, Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE e vicepresidente della Commissione, ha criticato ferocemente la scelta della Von der Leyen di stringere un simile accordo, imputato di essere il frutto di uno sforzo esclusivamente unilaterale della Commissione, senza passare per il Consiglio. Ma sono arrivate anche dall’Italia le critiche rivolte alla Presidente della Commissione. Due esponenti del Partito Democratico, e sostenitori dell’accoglienza indiscriminata, Giuseppe Provenziano e l’ex Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini hanno dato seguito alle critiche del gruppo europeo dei Socialisti e Democratici, sostenendo che la Tunisia non sia un paese sicuro per i migranti né per i suoi stessi cittadini. Con poche parole quindi si dice ai tunisini che ancora vivono là di scappare al più presto, mentre si sostiene che un paese che deve diventare alleato è meglio che non lo diventi.
La sinistra italiana, in linea con quella europea, non sa che posizione assumere nei confronti dell’immigrazione. Accogliere poveri disperati è comprensibile. Ma non è comprensibile accettare – se non addirittura sostenere – una sistematica violazione delle leggi – come dimostra la clandestinità degli immigrati – e il declino dell’Europa.
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